Lil Pin e Gionni Gioielli – Anonima sequestri

Da accordi redazionali avrei dovuto occuparmi del nuovo lavoro di Murubutu, “Tenebra è la notte ed altri racconti di buio e crepuscoli”, cosa che avevo effettivamente iniziato a fare con ascolti, appunti, ardui approfondimenti su citazioni e riferimenti… Poi, però, mi è improvvisamente piovuto addosso questo nuovo lavoro griffato Gioielli, a ‘sto giro in combutta con Lil Pin; e niente, immediata disdetta al viaggio nel cantautoRap e last minute sul duo sardo-veneto.

Dopo questo tanto inutile quanto noioso preambolo, possiamo addentrarci in “Anonima sequestri”, terzo capitolo della saga che prosegue passo passo sul medesimo sentiero dei precedenti due lavori del co-fondatore di AdriaCosta, qui ancora in versione producer: una crudité a base di produzioni scarne ma al contempo nerborute e stilose, abbinate a barre dirette, asciutte e senza fronzoli. A Gionni & friends non interessano la perfezione, la pulizia, né tantomeno i messaggi e i contenuti (o almeno quelli che altri considerano tali); quel che conta non è il cosa, bensì il come, per un ritorno al passato, alle origini, prima di contaminazioni, tendenze, grande pubblico e marketing (l’album esce di nuovo senza promozione alcuna, in digitale e versione fisica homemade).

L’ambientazione di turno, in questo caso la mala sarda della seconda metà del secolo scorso, funge da mera scenografia per il terzo atto dello stesso film, una pellicola sull’amore viscerale verso il Rap con l’iniziale maiuscola, quello puro, privo di additivi e coloranti (<<porto il suono Rap, quello vero/in Italia sono come Soul Assassins, Griselda Records>>“La battaglia di Osposidda”); riferimento, quello alla crew di WSG e Conway, per nulla casuale considerato il taglio grezzo e ipnotico dato al sound.

La mission è ribaltare ancora una volta il tavolo, puntando sempre e solo su tradizione e semplicità (<<spacco il beat, dammi il boom bap/…/questo è P, baby, ti sembro un trapper?/Non ho marsupio e borsello, bello, ho solo barre>> – “Beni Benius in Sardigna”), per contrapporsi al contesto attuale (<<voi siete tutti uguali, tutti scarsi/tutti bravi a dirsi, poco a farsi/tutti bravi a farsi>> e <<barba, capelli, sulla gola la lametta/fai anni di galera per fare meno gavetta/fai il king dell’underground senza mani nella merda/facce da culo in video, piuttosto mi pompo Elettra>> – Blo/B in “La battaglia di Osposidda”), un recinto all’interno del quale prevalgono scarsi, esibizionisti e opportunisti (<<ok, ho capito, sei bello e figo/ma se tolgo l’audio il tuo video sembra “Despacito”/sei bellissimo, sei bravissimo/rappi velocissimo, velocissimissimo/ho fatto trenta, faccio trentuno/tu hai fatto trenta, bocca figa e culo>>“Attilio Cubeddu”).

La conclusione di questo tour in terra sarda è tanto semplice quanto sorprendentemente pacifica e tollerante (<<tenetevi i likes, le stories, io non vi rubo la scena/sarebbe rubarvi la messa in scena/…/non esiste vecchia scuola oppure nuova scuola/esiste la musica di merda o quella buona>>“Hotel Supramonte”); atteggiamento schietto, lucido, che rispecchia il percorso artistico dell’mc di Quartu Sant’Elena e ci risparmia tutta la retorica del caso sul tema.

Abbiamo quindi tre dischi in poco più di sei mesi per Gionni Gioielli, due dei quali con partner stilisticamente tanto difficili da gestire quanto antitetici tra loro; e – anche se lo colloco un gradino sotto il monumentale e (azzarderei) inarrivabile “MoMa” – “Anonima sequestri” è il terzo centro pieno. Applausi.

Tracklist

Lil Pin e Gionni Gioielli – Anonima sequestri (Make Rap Great Again 2019)

  1. Beni Benius in Sardigna
  2. La battaglia di Osposidda [Feat. Blo/B]
  3. Attilio Cubeddu
  4. Graziano Mesina
  5. Matteo Boe
  6. Hotel Supramonte [Feat. Ibo Montecarlo e PayMe!]
  7. Mesina e Atienza [Feat. Egreen]
  8. Il codice Barbaricino [Feat. Ibo Montecarlo]
  9. Faber e Dori

Beatz

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Gabriele Bacchilega

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