Kendrick Lamar – To Pimp A Butterfly

Voto: 5

Kendrick Lamar è un’anomalia di sistema generata dal sistema stesso. Una sorta di Neo, la cui anima fra le stringhe della matrice è costantemente percepibile, che lui sia fisicamente presente o meno. Sono trascorsi una trentina di mesi tra “good kid, m.A.A.d. city” e “To Pimp A Butterfly”, eppure lui è sempre stato lì, sulla bocca di tutti, pronto a mandare in corto la scena alla chiusura di ogni rima, dall’esecuzione spietata di “Control” alla partita a rimpiattino con la morte sulle note spiritate di “Never Catch Me”, al fianco del Loto Volante. Rispetto al suo predecessore, “To Pimp A Butterfly” è meno film ma più vita. Una vita pronta a estinguersi, senza preavviso, da un secondo all’altro e che quindi va celebrata, nei suoi alti (“I”) così come nei suoi bassi (“U”).

Introdotto come meglio non si potrebbe dalla voce di Boris Gardiner (every nigga is a star), il flow di Kendrick esordisce fluttuando sulle pulsanti linee di basso, intrecciate da Thundercat, di “Wesley’s Theory”, una vera antologia della tradizione west coast (ma quando vi ricapitano George Clinton, Dr. Dre e Flying Lotus sulla stessa traccia?!), tradizione omaggiata anche nel Funk dirompente di “King Kunta”, brano 100% à la Compton, imbastito attorno al campione di “Get Nekkid” di Mausberg (una fra le pagine più luminose della costa occidentale del nuovo millennio, prematuramente strappata dal grande libro a soli ventun anni).

Che si tratti del sesso raccontato fra le mutevoli pareti di “These Walls”, del (carissimo) prezzo di egoismo e pregiudizio in “How Much A Dollar Cost” o della segregazione mentale, ammorbidita da Bilal ed Anna Wise, di “Institutionalized” (<<so many Rollies around you and you want all of them/somebody told me you thinkin’ ‘bout snatchin’ jewelry>>), Kendrick imprime il proprio sigillo infondendo nuova vita ad argomenti usurati da anni di sterili stilizzazioni e lo fa mantenendo il suo consueto aplomb metrico, perlomeno fino a quando non lo sentiamo ringhiare posseduto dallo spirito di El-Hajj Malik El-Shabazz nella ferocia di “The Blacker The Berry” (<<this plot is bigger than me, it’s generational hatred/it’s genocism, it’s grimy, little justification/I’m African-American, I’m African/I’m black as the heart of a fuckin’ aryan>>). E cogliendo il riferimento: la mia età, purtroppo, non mi ha permesso di vivere in primo piano gli anni salienti della carriera di 2Pac, ma un giorno potrò sicuramente raccontare ai miei nipoti (il primo, a sei anni, già saltella sulle note di “King Kunta”) di questo ragazzo di Compton.

Per quanto precoce, il paragone è molto meno irriverente di quanto si possa pensare: a soli ventisette anni, infatti, Kendrick Lamar si è già conquistato una poltrona fissa nell’Olimpo di quei nomi che nessuno potrà mai cancellare. Ad ogni tappa sembra aver raggiunto la vetta e puntualmente riesce sempre a smentire detrattori (pochi) e fan andando oltre. E a questo giro l’asticella è stata posta a un’altezza tale che non solo la concorrenza faticherà a raggiungerla, ma una gran parte della stessa nemmeno riuscirà a vederla. Per cui ascoltatevi per bene “To Pimp A Butterfly” e, quando avete finito, riponetelo con cura sullo stesso scaffale dove custodite le vostre copie di “Death Certificate”, “Me Against The World” e “The Miseducation Of Lauryn Hill”. E’ quello il suo posto.

Tracklist

Kendrick Lamar – To Pimp A Butterfly (Top Dawg Entertainment/Aftermath Entertainment/Interscope Records 2015)

  1. Wesley’s Theory [Feat. George Clinton and Thundercat]
  2. For Free? (Interlude)
  3. King Kunta
  4. Institutionalized [Feat. Bilal, Anna Wise and Snoop Dogg]
  5. These Walls [Feat. Bilal, Anna Wise and Thundercat]
  6. U
  7. Alright
  8. For Sale? (Interlude)
  9. Momma
  10. Hood Politics
  11. How Much A Dollar Cost [Feat. James Fauntleroy and Ronald Isley]
  12. Complexion (A Zulu Love) [Feat. Rapsody]
  13. The Blacker The Berry
  14. You Ain’t Gotta Lie (Momma Said)
  15. I
  16. Mortal Man

Beatz

  • Flying Lotus and Ronald “Flippa” Colson with the additional production by Sounwave and Stephen “Thundercat” Bruner: 1
  • Terrace Martin: 2
  • Sounwave with the additional production by Terrace Martin: 3
  • Rahki and Fredrik “Tommy Black”: 4
  • Terrace Martin and Larrance Dopson with the additional production by Sounwave: 5
  • Taz Arnold aka Ti$a and Whoarei with the additional production by Sounwave: 6
  • Pharrell Williams and Sounwave: 7
  • Taz Arnold aka Ti$a with the additional production by Sounwave and Terrace Martin: 8
  • Knxwledge and Taz Arnold aka Ti$a: 9
  • Tae Beast, Sounwave and Thundercat: 10
  • Lovedragon: 11, 14
  • Thundercat and Sounwave with the additional production by Terrace Martin and Antydote: 12
  • Boi-1Da and Koz with the additional production by Terrace Martin: 13
  • Rahki: 15
  • Sounwave: 16
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