Guilty Simpson – Detroit’s Son

Voto: 3,5/4 –

DetroitsSon500Mi metto comodo alla tastiera del portatile, una tazza fumante di tè nero sulla sinistra, le cuffie per isolarmi da un temporale che va avanti da ore e, “Detroit’s Son” in play, faccio un po’ di mente locale su Guilty Simpson: in attività da inizio duemila (è un classe ’80), “Ode To The Ghetto” ne inaugura ufficialmente la carriera e la presenza nel roster della Stones Throw Records, segue una discografia abbastanza fitta di cui tuttavia mi è capitato di commentare solo “OJ Simpson” e, marginalmente, il primo tassello del progetto “Madlib Medicine Show”. La ragione? Diciamo che il nostro Byron non mi ha mai entusiasmato troppo (se non in alcuni featuring), apprezzandone più la personalità forte, il timbro deciso della voce e la capacità descrittiva che l’assortimento tecnico in senso stretto; di certo, però, bisogna riconoscergli un discreto talento nella scelta delle collaborazioni, essendo passato da Madlib, Oh No, J Dilla e Black Milk ad Apollo Brown e il meno noto Small Professor, fino appunto all’australiano Katalyst.

E qui tocca aprire un’altra breve parentesi, nel caso il nome vi suoni sconosciuto: beatmaker eclettico alle prese con sonorità di diversa natura (Drum’n’Bass, Indie Rock, Elettronica), tre anni fa fonda i Quakers assieme a Geoff Barrow e 7-Stu-7, pubblicando sempre per la label di PBW l’eccellente album eponimo del trio (laddove vi manchi, recuperatelo!). Bene, “Detroit’s Son” comincia proprio da lì, riadattando un interludio strumentale di un minuto nel brano introduttivo (il titolo è lo stesso, “R.I.P”) di un progetto che trova in tempi fulminei le giuste simmetrie tra i due protagonisti: la violenza musicale di Katalyst fa il paio con quella lirica di GS (<<fully automatic, clap it, rapid, wack a rapper at a pace/before they challenge their fate we send ‘em outer space>>) e la strada si rivela subito in discesa. Ma se l’mc procede dritto nella quasi totalità dei tre quarti d’ora proposti, tra immancabili omaggi a Detroit, battle Rap, temi più o meno sociali ed autocelebrazione, il suo produttore si muove in numerose direzioni (tutte dal marcato timbro Hip-Hop) accollando in sostanza su di sé la responsabilità della riuscita complessiva del disco; in altre parole, nel momento in cui quest’ultimo pone il socio di fronte a un beat che attende solo di essere fatto a pezzi, il risultato appare scontato, viceversa i pochi episodi che non brillano sul versante del sound sono trascurabili anche nel computo globale di “Detroit’s Son”.

Considerato ciò, per gusto personale ritengo che le migliori sinergie sboccino grazie al Funk scatenato di “Ghetto”, all’ottima composizione della titletrack (un bel sample pitchato, la batteria che ne puntella ogni accento, il pattern articolato), alla precisa tensione di “Money”, al break devastante di “Rhyme 101” e ai synth affilati di “The Time”, mentre l’eccessivo minimalismo di “Radiation Burn” e il loop ripetitivo di “Smoking” segnano i limiti di un’uscita decisamente gradevole, ancorché priva di grandi sorprese. Non a caso, è in “Blue Collar” e “Dirty Glove”, cioè quando a Guilty Simpson si affianca il talento di Elzhi e Phat Kat, che gli equilibri raggiungono il loro massimo potenziale, il che ci porta in fretta a un paio di ovvie conclusioni: da un lato confermo il giudizio positivo e la sensibile sintonia che pare legare la coppia, fermo restando che contenuti e atteggiamento sono affini a una molteplicità di prodotti simili (a volte più e a volte meno interessanti), dall’altro è lecito chiedersi se un rapper differente o addirittura una formazione allargata avrebbero valorizzato ulteriormente il materiale a disposizione – ed io ritengo di sì.

<<Detroit mothafuckas, guns and butter/burn a bridge, burn a foe, and the whip burns rubber/give ‘em that certified gutta/and I mean every word I utter>>.

Tracklist

Guilty Simpson – Detroit’s Son (Stones Throw Records 2015)

  1. R.I.P.
  2. Blunts In The Air [Feat. Cysion]
  3. The D
  4. Ghetto
  5. Detroit’s Son
  6. Fractured [Feat. Fat Ray]
  7. Radiation Burn
  8. Money
  9. Smoking [Feat. Spacek]
  10. Rhyme 101
  11. The Music
  12. Beautiful Death
  13. Blue Collar [Feat. Elzhi]
  14. The Time
  15. Dirty Glove [Feat. Phat Kat]
  16. Say What
  17. Power Outage [Feat. Spacek]

Beatz

All tracks produced by Katalyst