Finale – Odds & Ends

Voto: 3,5

FinaleOddsEnds500Il mondo sotterraneo dell’Hip-Hop cela spesso segreti ben nascosti, artisti che sfuggono alla maggior parte dei loro potenziali acquirenti solo perché inadeguatamente pubblicizzati da un ridotto portafoglio di etichette che scommettono sul loro talento, e in quei pochi casi in cui ciò accade il ricavato economico è così irrilevante da non lasciare scelta, continuare a svolgere il proprio indesiderato e magari mal retribuito lavoro fisso e continuare a coltivare la speranza che un altro treno passi e migliori le cose. Non conosciamo la biografia di Finale, mc proveniente da Detroit, né sappiamo il motivo per cui siano passati ben sei anni da “A Pipe Dream And Promise”, il suo album di debutto, ma possiamo intuire che le ragioni di questa lunga pausa siano riconducibili in parte ad una delle cause sopra esposte.

Di lui avevamo avuto un assaggio, anch’esso oramai lontano nel tempo, quando aveva partecipato ad “Higher”, uno dei più bei pezzi del disco di Hassaan Mackey e Apollo Brown, “Daily Bread”, e le impressioni che il capace mc della Motor City aveva lasciato sono rimaste immutate una volta sentito “Odds & Ends” per intero confermandone le buonissime capacità liriche. Più di mezza decade senza un disco è un tempo enorme, ma Finale non è certo rimasto a girarsi i pollici, perseverando nell’allenamento nonostante il semi-anonimato e questo ci sentiamo di affermarlo con sicurezza perché, senza dedizione, non è possibile presentare un flow che oltre ad essere molto naturale per come viene sviscerato mette in risalto un’articolazione limpida nell’enunciazione delle sillabe che compongono barre molto consistenti, mantenendo costantemente un ritmo serrato e arricchendo il tutto con un timbro vocale profondo e molto gradevole da ascoltare. Finale non è un rapper superficiale, si dimostra una persona attenta alla riflessione e intenta a far tesoro dell’esperienza negativa, preoccupata per le condizioni in cui vivranno i propri figli, l’album è difatti pervaso da sensazioni di delusione, scoraggiamento, rabbia, le quali sono sempre corrisposte da una reazione che porta al rifiuto di affondare del tutto. L’accoppiata con Oddisee, responsabile di ogni beat qui presente,è un toccasana per un artista che aveva bisogno di un’etichetta specializzata nel ravvivare carriere (Mello Music Group, chi altro?) ma soprattutto di un produttore/musicista esperto, innovativo, in grado di fornire un suono ruvido ma pure creativo, che ancora una volta risente delle tante influenze assorbite da un orecchio che ha viaggiato tanto e che non ha paura di provare l’esperimento, pur restando nella totale mancanza di compromessi.

Da questa collaborazione nascono piccole gemme come “Spike The Punch”, che si avvale di un bel loop di flauto e un testo codificato e ricco di riferimenti ad avvenimenti di cronaca molto recenti, l’introduttiva “Choppy Waters”, dura nel basso e nella batteria ma al tempo stesso delicata grazie ai synth e all’arpeggio di chitarra, nonché “Cut Day”, costruita su metafore che utilizzano numerosi termini relativi al football americano, su un beat ipnotico. Gli ospiti sono idonei allo spirito del disco, quando l’occasione arriva la si condivide anche con loro cercando di emergere assieme dalle oscurità imposte dalle politiche industriali e dando ciò che tutti cercano con ardore: lo spazio per il proprio talento. Forse non è il caso di Homeboy Sandman, in questi ultimi anni molto presente a livello di uscite e featuring, ma la situazione rispecchia senz’altro i risvolti di carriere come quelle di Kenn Starr, altro mc di talento che ha atteso a lungo prima di riuscire a realizzare un secondo album, abbinato a un altro lottatore del sottosuolo come Hassaan Mackey per “7 Days”, un pezzo che non accidentalmente parla di lavoro, sistema e stress. Particolarmente apprezzabili sono pure i contributi della brava Invincible, presente nella conclusiva “The Revival” e molto consistente nel cavalcare un tempo completamente fuori dalle misure classiche, nonché dell’accoppiata formata da Big Tone e Vandalyzm, i quali esprimono i propri pensieri di rivalsa verso chi critica senza il coraggio di mostrarsi in volto o spinge musica indegna, offrendo in “Perseverance” passaggi convincenti alla stregua di quelli eseguiti dal protagonista principale.

Appurata la consistenza di un album che non soffre di grossi passaggi a vuoto, alcune decisioni le avremmo in ogni caso prese in maniera differente, lasciando i riflettori interamente sullo stesso Finale in un maggior numero di episodi rispetto alle sole quattro tracce prive di featuring e non riciclando i vecchi interludi da cui scaturisce il beat di “Plain View”, un aspetto che contrasta con l’estro di Oddisee. Sono considerazioni che passano tuttavia in secondo piano quando ci si accorge che “Odds & Ends” rispetta fedelmente lo standard qualitativo che ci si attende da ogni prodotto targato MMG, gettando ottime premesse per dare nuovo slancio a una carriera che non meritava assolutamente di rimanere in stallo così a lungo.

Tracklist

Finale – Odds & Ends (Mello Music Group 2015)

  1. Choppy Waters
  2. Cut Day
  3. Just Due [Feat. Homeboy Sandman and Miz Korona]
  4. Steep Climb [Feat. Thereon Davis]
  5. Plain View [Feat. Bilal Salaam]
  6. 7 Days [Feat. Kenn Starr and Hassaan Mackey]
  7. Perseverance [Feat. Big Tone and Vandalyzm]
  8. Spike The Punch
  9. Hard To Kill
  10. The Revival [Feat. Invincible and Pierre Anthony]

Beatz

All tracks produced by Oddisee

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