Ensi – V

Nella realtà discografica odierna tre anni sono più che sufficienti per lanciare una nuova meteora, condurla al successo e bruciarla sull’altare dell’ennesima moda passeggera; a Jari Ivan Vella il medesimo intervallo di tempo è invece servito per occuparsi della vita vera, quella che trascorre all’ombra di palchi e studi di registrazione, traendovi buona parte delle ispirazioni che costituiscono il corpo tematico di “V”. Alla sua quinta prova in singolo – contando anche “Freestyle roulette mixtape” – Ensi raggiunge una maturità (artistica e personale) che non contraddice i pregi di una carriera costruita sulle solide fondamenta di una dimensione tecnica imponente, né li resetta in favore di una transizione verso quella terra di mezzo dove oramai in tanti preferiscono farsi collocare; semplicemente (si fa per dire), l’mc ha arricchito il proprio orizzonte musicale, da un lato incrementando il ricorso all’autobiografismo e dall’altro misurandosi con un ampio ventaglio di sonorità – ma in ambo i casi senza calcare la mano oltre il necessario.

Nulla, insomma, che faccia pensare a un’abiura, a un clamoroso voltafaccia. Al contrario, “V” conserva un profilo identitario inconfondibile nonostante sbirci con una certa curiosità nella Trap e addolcisca la metrica (in particolare nei brani conclusivi) quel tanto che basta per infilarvi addirittura qualche verso cantato. E non potrebbe essere altrimenti quando “Boom bye bye”, che nel refrain riprende una barra di “Numero uno”, sgancia punchline sibilline come <<non hai le basi e canti a cazzo anche se vai a-capella/vuoi il mio commento sul tuo pezzo? La base è bella/…/è una questione di attitudine, qua non ho pari/tu mandi a casi gli scarsi, io invece quelli bravi>>, e “Mezcal” dimostra empiricamente che se possiedi un arsenale lirico adeguato puoi spaccare su ogni tipo di beat (<<da come descrivi le tue zone e la tensione che respiri immagino che vivi in Siria/e se tuo fratello muove tutta quella roba di cognome fai Gaviria/…/e ora che il piatto è ricco sono tutti qui/in fila tipo le formiche ad un pic-nic/faccio sì, sì, vediamo chi resta/quando spengono le luci alla festa>>).

E’ appunto nelle sue battute centrali che “V” concentra dosi non indifferenti di fotta; penso ancora a “Sì, come no”, celebrazione dell’arte dell’improvvisazione (e delle numerose battle vinte) in coppia con Clementino, “Tutto il mondo è quartiere”, manifesto di una multiculturalità vissuta con grande apertura mentale (beat esplosivo dei The Ceasars), e “Te lo dicevo”, orgogliosa difesa dei meriti e dei risultati raggiunti (<<distingui me da questi youtuber/dissi me, la tua ultima strofa/è morra cinese contro Freddy Krueger/sulla carta mettici una pietra sopra>>). Discorso a sé per la divertente “Sugar mama”, ode alle milf che aiuta a smorzare i toni più seri dei due segmenti iniziali e finali.

Qui, come anticipato, l’album si lascia andare all’introspezione e al racconto di un vissuto che non ha alcunché di romanzato, tracciando il bilancio di una vita che <<poteva andare molto peggio>> (“Ribelli senza causa”), riflettendo sull’integrità delle proprie motivazioni (“Identità”: <<questa musica puntava il dito, Zio Sam/è trovare pace nel mio sfogo, il mio giardino zen>>) e rivendicando il ruolo di spicco acquisito all’interno della scena (“Iconic”). E’ però soprattutto in coda che “V” si addentra nel privato, nel bisogno di evasione da un mondo <<complicato/lo hanno montato senza le istruzioni>> (“In volo”) e nelle delusioni accumulate (“Mamma diceva”: <<lungo il mio cammino ho chiamato fratello ben più di un caino/ho brindato col vino/ho spezzato il pane e l’infame lo avevo vicino>>), riuscendo a trovare un porto sicuro nell’amore (“Noi”) e nel senso di responsabilità dato dalla sopraggiunta paternità (“Vincent”: <<anche se qua non andrà sempre tutto secondo i piani/non devi avere paura, io non ne ho più>>).

Di sbavature ne contiamo poche (il brutto featuring di Luchè, l’ovvietà di “4:20”), il che ci porta a concludere che “V” abbia tutte le carte in regola per essere – ad oggi – il tassello migliore del percorso solista di Ensi. L’approccio più adulto, una squadra di beatmaker abbastanza rinnovata (sebbene l’assenza di Symone si senta) e la correzione di tutti quei difetti (piccoli o meno piccoli) che ravvisavamo in “Vendetta” ed “Era tutto un sogno” determinano un risultato complessivo all’altezza delle qualità saggiate fin dai primi cazzotti assestati “Sotto la cintura”.

Tracklist

Ensi – V (Warner Music Italia 2017)

  1. Ribelli senza causa
  2. Identità [Feat. Il Cile]
  3. Iconic
  4. Boom bye bye
  5. Sì, come no [Feat. Clementino]
  6. Tutto il mondo è quartiere
  7. Mezcal
  8. Te lo dicevo [Feat. Luchè]
  9. Sugar mama
  10. 4:20 [Feat. Gemitaiz e MadMan]
  11. In volo
  12. Mamma diceva
  13. Noi
  14. Vincent

Beatz

  • Vox P e PrezBeat: 1
  • Dave e Vox P: 2
  • Vox P: 3, 8, 11
  • Phra: 4
  • The Night Skinny: 5
  • The Ceasars: 6
  • Low Kidd: 7
  • Fabio Giachino, Vox P e Dj 2P: 9
  • Frenetik e Orang3: 10
  • Dave, Old Ass e Vox P: 12
  • Dave e Old Ass: 13
  • Dave: 14

Scratch

  • Dj 2P: 4
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