Blaq Poet – Blaq Death

Voto: 2,5

BlaqDeath500La noia. Francis S. Fitzgerald, nome che credo suonerà familiare anche ai più giovani grazie all’ultima pellicola diretta da Baz Luhrmann, sosteneva che la noia fosse uno stadio primitivo dell’arte; una sorta di filtro attraverso il quale un’idea doveva necessariamente transitare al fine di poter acquisire la propria forma definitiva di prodotto. Ora, io non avrò probabilmente la caratura intellettuale per mettere in discussione tale idea (né tantomeno ho intenzione di farlo), ma credo che se avesse potuto dare un ascolto a “Blaq Death“, lui stesso avrebbe ridimensionato la portata di questa sua affermazione. L’ultima fatica, termine mai così appropriato, di Blaq Poet è infatti il ritratto sbiadito di un vecchio leone del ghetto che sembra oramai aver smarrito del tutto il proprio ruggito; così intrappolato nell’ombra di un personaggio che probabilmente, complice l’inesorabile passare degli anni, nemmeno lui riesce più a prendere sul serio.

E quindi, tolte l’aggressività e la credibilità, cosa rimane di concreto fra le mani a Poet? Ben poco purtroppo. Se considerate poi che a tale pochezza si somma la presenza di un tappeto sonoro terribilmente piatto e monotono, nuovamente imbastito dall’accoppiata formata da Stu Bangas e Vanderslice (già co-registi del tutt’altro che brillante “Blaq Poet Society”), avrete, a grandi linee, il quadro della situazione. Brani come “Drunk And High”, “Real Nigga Coming Through” o “Who Can You Trust”, oltre a sfoggiare titoli che invogliano allo skip immediato, non sono altro che la copia carbone di numerosi altri pezzi reperibili nel catalogo di questo veterano del Queensbridge. Non fraintendetemi, Blaq Poet si sa quello che porta in tavola in termini di argomenti e stile e nessuno pretende chissà quale evoluzione da parte sua, ma a questo giro si ha la viva impressione di ascoltare una sequela di concetti (passatemi il termine iperbolico) e barre riciclatissime; storie già sentite decine di volte, raccontate con le stesse identiche parole ma prive di quella verve caratteristica che invece faceva da sfondo a vere e proprie mazzate sonore quali “Bang This” o “Too Strong”, per ricordarne giusto un paio. I momenti migliori, infatti, l’album li vive neanche a dirlo grazie alla presenza di alcuni ospiti particolarmente ispirati come Roc Marciano (sempre più una garanzia), Blacastan, Tragedy Khadafi (che salva, solo temporaneamente, “Mean And Dirty” da un inevitabile naufragio), Chino XL e Vinnie Paz (entrambi presenti in “Looking For Trouble”, una delle poche canzoni riuscite dell’album); mentre quando è Poet ad imporsi al microfono da solo è la noia di cui sopra a farla da padrona. Ascoltate “Blaq Kruger” (orrida sotto ogni aspetto), “Drunk And High” o l’inutile “Voices Pt. II” (scialba rivisitazione di quella piccola perla presente su “Tha Blaqprint”) per credere.

Musicalmente, poi, vi risparmio ulteriori analisi, dato che per i beat di Stu e socio vale il detto sentito uno, sentiti tutti (e qui, a mio avviso, sono pure sotto tono rispetto ai loro standard…e di molto!). “Blaq Death” si esaurisce così in neanche una quarantina di minuti, paragonabili però, per usare un’immagine a cui tutti possono relazionarsi, alla tediosa ultima ora di lezione della settimana, quella che non passava mai. Conti alla mano, il risultato è quindi sicuramente deludente, ma l’aspetto più triste è realizzare che in sé la cosa non sorprende più di tanto; nel senso che, se il tonfo qualitativo non è così fragoroso, è solamente dovuto al fatto che questa ennesima caduta è avvenuta partendo da un gradino molto basso. Quest’album è infatti il triste epilogo di una parabola discendente avviatasi dopo “Tha Blaqprint” (che già non era proprio un capolavoro). Mai dire mai verrebbe da dire in occasioni come queste, ma in tutta onestà credo sia molto dura andare più in basso di così. Ci sarebbe da sperare che questa blaq death possa essere il preludio a una vera e propria rinascita, ma sembra che Blaq Poet questa volta abbia davvero esaurito gli assi nella propria manica…!

Tracklist

Blaq Poet – Blaq Death (Man Bites Dog Records 2013)

  1. Intro
  2. Looking For Trouble [Feat. Vinnie Paz, Spit Gemz and Chino XL]
  3. Drunk And High
  4. Interlude
  5. Mean And Dirty [Feat. Tragedy Khadafi and Celph Titled]
  6. Real Nigga Coming Trough
  7. Four Time Felons [Feat. Spit Gemz and Lateb]
  8. Interlude
  9. Don Omar [Feat. Spit Gemz and Snak The Ripper]
  10. Jack Move [Feat. Blacastan]
  11. All Blaq Everything [Feat. Roc Marciano]
  12. Blaq Kruger
  13. Who Can You Trust
  14. Voices Pt. 2
  15. Outro

Beatz

  • Stu Bangas and Vanderslice: 1, 4, 8, 15
  • Vanderslice: 2, 10, 13, 14
  • Stu Bangas: 3, 6, 7, 9, 11, 12
  • Vanderslice and Green Steez: 5
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