Ale Zin – Panama 11

Cover Panama 11_Ale ZinLa scena Hip-Hop campana, fin da principio piuttosto vivace e variegata, ha tra i suoi fiori all’occhiello due collettivi al cui interno – ed attorno ai quali – gravitano tuttora alcuni tra i migliori mc’s del perimetro regionale, mi riferisco ovviamente alle crew 13 Bastardi (in attività a cavallo tra gli anni novanta e inizio duemila) e Sangue Mostro. La seconda non nasce sulle ceneri della prima (formazione di fatto mai sciolta), pur avendone reclutato un paio di membri, ovvero Ekspo ed Ale Zin; quest’ultimo, venendo al punto, circa due anni fa pubblica un singolo (“Taxi rhymer”) che ne palesa l’avvio dell’esperienza solista e pianta il seme per il successivo “Panama 11”, esordio marchiato Full Heads Records e sbocciato da un inevitabile bisogno di spazio, considerata la ventennale condivisione di microfoni e palchi.

Finalmente libero di esprimere se stesso e un gusto musicale il più possibile unitario, Zin chiama a sé un pugno di produttori (in primis Mike Vodka aka Breakstarr, impegnato in undici dei quattordici brani, quindi OLuWong, Oxrock e Dj Uncino), rinuncia in partenza a qualsiasi tipo di featuring e trova un efficace compromesso tra le proprie radici e una salutare spinta evolutiva: sganciandosi quel tanto che basta dalle precedenti prove in gruppo, il rapper si misura con un ampio ventaglio tematico e rinfresca i suoni in chiave sì moderna, ma senza ricorrere ad abusi di Elettronica o Trap né rincorrere sterili stravaganze. “Panama 11” scivola così dal breakbeat minimale di “Sono come suono” ai synth spaziali di “Tribù urbana”, dal Funk pastoso di “Frenesia alcoolica” al Raggamuffin canticchiato di “Uomini & donne”, sfumature di un percorso che non difetta di coerenza e, anzi, nel prosieguo degli ascolti consolida in fretta una spiccata organicità. Al protagonista non resta che farsi guidare dalle strumentali e trasferire sul pattern la critica di stampo sociale, gli storytelling, una manciata di aneddoti personali e qualche intermezzo per pariare, tanto che il pregio più evidente del disco risiede appunto nella densità di atmosfere via via differenti, una sequenza pressoché esente da doppioni. In assenza di un concept che faccia da filo conduttore alla tracklist, l’album gigioneggia nella divertente “Storie e svari”, tre racconti nei quali fanno puntualmente capolino delle sostanze non del tutto legali, si lancia in un dissing per la verità inatteso ai danni del malcapitato Castì (“Over low”), elogia lo spirito più selvaggio dell’Hip-Hop in “Tribù urbana”, dà voce a chi nasconde nel silenzio ferite e cicatrici (“In ascolto”), ci fa salire sul taxi guidato da Ale Zin in una notte ricca di personaggi di ogni sorta (la titletrack) e punisce le aberrazioni del music business attraverso il contrappasso dei gironi danteschi (“Le campane dell’Inferno”).

Detto di una dimensione contenutistica composita per intrecci e umori (con le eccezioni isolate di “Ganja ninja” e “Uomini & donne”, la cui carica ironica si esaurisce sulla breve distanza), la disamina tecnica rivela l’ennesimo gioco di equilibri quando, di fianco a un flow scattante, dinamico, si nota uno schema metrico che posiziona la rima quasi sempre nel medesimo punto del verso, apparente anacronismo che in realtà accosta la spontaneità del freestyle all’accuratezza di una scrittura qualitativamente matura. In soldoni, il debutto ufficiale di Ale Zin è un progetto onesto, genuino, scorrevole quanto necessario e – mi piace poterlo sottolineare – capace di snobbare una ad una le principali tendenze del momento; non scombussolerà l’Hip-Hop italiano né quello partenopeo, ma riflette una storia artistica di tutto rispetto e trascorsa nell’underground con apprezzabile stoicismo.

Tracklist

Ale Zin – Panama 11 (Full Heads Records 2016)

  1. Sono come suono
  2. Storie e svari
  3. Over low
  4. Tribù urbana
  5. Bugie vere
  6. Solaris (skit)
  7. Ganja ninja
  8. A kavallo nello spazio
  9. Frenesia alcoolica
  10. Uomini & donne
  11. In ascolto
  12. Panama 11
  13. Le campane dell’Inferno
  14. Ciaoutro

Beatz

  • Breakstarr e OLuWong: 1, 10
  • Breakstarr: 2, 3, 4, 5, 6, 9, 11, 12, 14
  • Dj Uncino: 7
  • OLuWong: 8
  • Oxrock: 13

Scratch

  • Dj Uncino: 1, 7
  • Dj Snifta: 13
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